2012/13 - 34ª giornata - RENATO CURI ANGOLANA-CIVITANOVESE 0-1




Città S.Angelo 6/5/2013

RENATO CURI ANGOLANA - Angelozzi, Natalini (24´ s.t. Ricci), Scampamorte, Spoltore, Cancelli, Farindolini, Ferraresi, Ligocki (32´ s.t. Musilli), Vespa, Pagliuca (24´ s.t. D´Ancona), De Matteis. A disposizione: De Flaviis, Ferrante, Forlano, Gambacorta. All. Luciano Miani

CIVITANOVESE - Perozzi, Boateng, Sensi, Torta, Botticini, Monti, Moretti, Biso, La Vista (7 ´s.t. Digno), Covelli (39´ s.t. Bubalo),  Galli (25´ s.t. Ridolfi). A disposizione: Tubaro, Filopati, Balzano, Nardone. All. Mercuri (Cornacchini squalificato).

Arbitro: Davide Andreini di Forlì

Rete: 11´ s.t. Galli.

Note: spettatori 450 circa di cui una quarantina di ospiti. Recupero: o´ p.t. e 4´ s.t. Ammoniti: Scampamorte, Ligocki e Boateng. 

Come sempre riusciamo cretinamente a complicarci la vita. Nella partita che poteva darci la salvezza diretta siamo riusciti a perdere contro una Civitanovese che ha giocato una più che onesta partita dove con più attenzione e grinta potevamo vincere agevolmente. In questo campionato nei momenti topici abbiamo sempre fallito e anche se abbiamo vinto contro quattro delle prime cinque squadre classificate adesso rischiamo seriamente la retrocessione contro un Celano che si è preparato mentalmente già da tempo a disputare i play-out. Ad inizio campionato ho palesato tutte le mie perplessità circa la caratura tecnica e tenuta fisica della nostra compagine che ha buttato via fior di punti che adesso qualche sprovveduto frequentatore del gradone certamente rimpiangerà. Le salvezze si costruiscono vincendo gli scontri diretti con le concorrenti per la salvezza oltre che fare qualche buon risultato contro le squadre di medio-alta classifica. Una squadra che deve salvarsi va costruita con gente che è portata a correre più del normale con una grinta superiore alla media oltre che con qualche uomo di esperienza e ci vuole gente che ha una certa dimestichezza con il goal. Se non c'è questo mix la salvezza diventa una chimera. Paghiamo le pessime scelte iniziali e solo a fine girone di andata la squadra è diventata competitiva ma tuttavia sia per infortuni o per mancanza di ulteriori rinforzi alla fine è arrivata con il fiato corto a giocarsi le ultime decisive partite. Per paradosso era meglio non vincere a Macerata in quanto la vittoria contro una delle prime cinque ha ulteriormente illuso tutti che si potesse agevolmente raggiungere la salvezza diretta. Non abbiamo fatto tesoro delle pessime esperienze passate e adesso ci toccherà di nuovo soffrire sperando sempre nei favori della dea bendata. Tutto dipende dalla testa e dalle gambe dei nostri giocatori che devono tirare fuori il meglio che non sempre hanno saputo esprimere nelle ultime giornate. Il resto sono solo squallide ed improduttive chiacchiere di chi con il calcio non ha niente a che spartite. Le partite le vincono i giocatori non i tifosi o turpi personaggi che sbraitano ai quattro venti manifestando tutta la loro domenicale incompetenza. Tocca alla società, al mister e ai giocatori di fare quadrato e di conquistare questa fondamentale salvezza. 

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