2004-2005 - 34ª giornata - Renato Curi Angolana-Penne 2-1



Angolana-Penne 2-1: Angolana in serie D !!!!! foto: Di Giampietro Pasquale.
Marescalco e Cozzolino.

I brasiliani Andrè Gheler e Luciano Gama.







Le grandi parate di Marino Bifulco conservano fino alla fine la vittoria.
Tiziano D'Isidoro autore del goal del pareggio.

Il goal-vittoria di Paolo Rachini.

  • 25-04-05, Sport Città Sant’Angelo in festa per la storica promozione dopo 36 anni. L'Angolana batte il Penne e vola in D
  • il Centro — 25 aprile 2005 pagina 31 sezione: SPORT
  • 2004-2005 - 34ª giornata - Renato Curi Angolana-Penne 2-1
  • Città S. Angelo 24 Aprile 2005
  • RENATO CURI ANGOLANA - Bifulco, Ciarrocchi, Staniscia, Fabrizi, Di Febo, Fuschi, Rachini, D’Onofrio, D’Isidoro (34’ s.t. Cicchitti), Vespa, Cozzolino (11’ s.t. Gama; 47’ s.t. Fasciani). A disp. Zampacorta, Rincione, Faieta, Lucci. All. Piccioni.
  • PENNE - Cianci, Marrone (25’ s.t. Palmarini), Sacripante, Landeiro, Ciarrocca (39’ s.t.  Carota A.), F. D’Addazio, Lalli (31’ s.t. Fasone), Amelii, Parmigiani, Correa, Del Gallo. A disp. Cantagallo, M. D’Addazio, Pecoraro, Carota G. All. Camplone.
  • ARBITRO: Fedele di Chieti.
  • RETI: 33’ p.t. Parmigiani, 37’p.t. D’Isidoro; 12’ s.t. Rachini.
  • NOTE: ammoniti Staniscia, Fabrizi, D’Isidoro, Parmigiani.
  • CITTÀ SANT’ANGELO. Dopo 36 anni, l’Angolana conquista sul campo la seconda promozione al campionato di serie D. Dopo il triplice fischio dell’arbitro Fedele di Chieti, è esploso il boato sulla tribuna della tifoseria nerazzurra. L’Angolana stacca il biglietto di accesso alla categoria superiore, battendo il Penne (2-1), in casa. Sorpassa, all’ultimo giornata, l’ex capolista Atessa. Angolana-Penne è stata una partita di livello superiore. Intensa, viva, avvicente. Due squadre in gran spolvero, anche se alla distanza i nerazzurri dimostrano di avere nel Dna qualche risorsa doc in più. La doppietta dell’Angolana è frutto del ruggito di due leoni della vecchia guardia, D’Isidoro, autore di 20 gol quest’anno, e Rachini, che con una inzuccata sul secondo palo fissa il risultato sul 2-1. Partenza a razzo del Penne, che prende l’iniziativa a metà campo, insidiosissimo sulle fasce, specie con Lalli, dove l’Angolana, in difesa, rischia consapevolmente schierando due esterni giovanissimi (Ciarrocchi e Staniscia). Al 3’ Del Gallo impegna Bifulco. I vestini fanno pressing alto, giocano d’anticipo, si ripropongono in avanti. L’Angolana è contratta. Ospiti in gol al 33’: guizzo di Lalli sul fondo, cross a rientrare, Parmigiani anticipa difensore e portiere, di testa. 0-1. L’Angolana accusa il colpo, il Penne continua a macinare gioco. I nerazzurri pareggiano al 37’: lancio di Vespa, assist di testa di Cozzolino per D’Isidoro, che di collo esterno insacca. Azione tutta di prima. Penne vicino al gol al 42’, i nerazzurri divorano, invece, una palla gol clamorosa con D’Onofrio (45’). Nella ripresa l’Angolana è più sciolta e incisiva, Il Penne suona con lo spartito del primo tempo. Al 10’ Rachini colpisce la traversa da 25 metri. Due minuti dopo, Piccioni inserisce Gama per Cozzolino. Proprio Gama si guadagna subito un corner, batte Vespa, sulla sfera si avventa Rachini di testa, piazzando la palla nell’angolo. Imparabile. Il Penne non ci sta e prova a sfondare le linea difensiva dei nerazzurri, concentratissimi, con le conclusioni di Correa (23’) e Fasone (42’). Finisce 2-1, mentre l’Atessa si blocca sull’1-1. L’Angolana è in serie D. Paolo Antonilli
  • Giammarino: grande soddisfazione Piccioni: un'impresa
  • il Centro — 25 aprile 2005 pagina 31 sezione: SPORT
  • CITTA’ SANT’ANGELO. Una giornata di festa attesa da anni a Città Sant’Angelo. La vittoria nel campionato di Eccellenza è una scossa di adrenalina per gli sportivi angolani. «Personalmente», dice tra la folla dei supporter Roberto Giammarino, presidente dell’Angolana, «è la più bella soddisfazione dal punto di vista sportivo che abbia mai avuto, pur essendo un ex calciatore. Per Città Sant’Angelo questo è un evento di grande rilevanza, anche perchè siamo l’unico club che in questi ultimi due anni ha vinto il campionato, lo stesso campionato voglio dire». Per inciso, il "caso" del campionato scorso, con lo spareggio Angolana-Guardiagrele, a Città Sant’Angelo non è stata mai digerita. Un fiume di tifosi ha invaso pacificamente il terreno di gioco dello stadio comunale, dopo la fine della partita, riversandosi davanti agli spogliatoi, in attesa di festeggiare il salto di categoria con i giocatori e il mister, Attilio Piccioni. Giocatori in mutande, scippati di ogni indumento sportivo dai supporters nerazzurri, cori, foto. Attilio Piccioni ha "pagato" per tutti, in tempo reale, lo scotto del successo in campionato, sollevato in aria ripetutamente dai propri giocatori, il "gruppo" nel gergo. «L’emozione?», interviene mister Piccioni, «Certo, è una soddisfazione grande, siamo riusciti in una impresa. Abbiamo fatto 53 punti dal momento in cui ho cominciato ad allenare l’Angolana quest’anno, un ruolino di marcia davvero notevole, non si poteva chiedere di più al gruppo che alleno». Perché è tornato ad allenare a Città Sant’Angelo, chiamato dalla società a campionato in corso? «Non ci ho pensato due volte ad accettare l’incarico propostomi dal club», continua Attilio Piccioni, «per una ragione molto semplice e profonda: il legame forte che ho con i tifosi dell’Angolana e con Città Sant’Angelo, a cui personalmente dedico questa vittoria del campionato». La partita con il Penne? «Tosta, impegnativa, due squadre che hanno fatto vedere un bel calcio. Ho schierato una squadra molto offensiva, dovevamo vincere, rischiando anche un po’. Siamo tutti contenti». L’ever green D’Isidoro sembra un ragazzino. «Grande, grande vittoria», dice l’attaccante nerazzurro, «ci abbiamo sempre creduto fino in fondo». Negli spogliatoi del Penne tira un’altra aria. I vestini si giocheranno la stagione con il play off, che è un risultato di prestigio. «Abbiamo disputato un’ottima partita», dice l’allenatore del Penne, Camplone. «dimostrando nettamente di meritare i play off. Adesso siamo a un bivio. Contro l’Angolana comunque abbiano avuto ottime chance, soprattutto nel primo tempo, loro, invece, hanno capitalizzato le due occasioni da rete create». In una giornata di sport c’è da segnalare il comportamento estremamente corretto delle due tifoserie. (p.a.)
  • Lanciati Grosso e Biancolino
  • il Centro — 25 aprile 2005 pagina 13 sezione: CRONACA
  • CITTA’ S.ANGELO. L’Angolana è stata il trampolino di lancio per molti giocatori. Quello che ha fatto la carriera migliore è Grosso, che prima di giocare a Chieti, Perugia e, adesso, a Palermo - oltre a essere nella rosa delle nazionali di Trapattoni e di Lippi - per alcuni mesi ha indossato la casacca nerazzurra, in Interregionale. L’attaccante Biancolino ha giocato a Città Sant’Angelo arrivato da Anagni, dove l’aveva notato l’ex mister nerazzurro Ubaldo Righetti. Biancolino segnò con l’Angolana una valanga di gol, passando poi all’Ancona, al Chieti, al Venezia e all’Avellino. Tra i giocatiori con un importante passato che, a fine carriera, hanno giocato con l’Angolana spicca, negli anni ’70, Petroni, che aveva giocato in Coppa dei Campioni con l’Inter del mago Helenio Herrera. Nella memoria collettiva è vivissimo il ricordo di giocatori come Pin, Tonoli e altri, della squadra che vinse il campionato di Promozione 36 anni fa. (p.a.)
  • De Cecco, obiettivo centrato Il sindaco: bravi i giocatori
  • il Centro — 25 aprile 2005 pagina 13 sezione: CRONACA
  • CITTA’ SANT’ANGELO. Giuseppe Adolfo De Cecco ha centrato l’obiettivo. L’imprenditore della pasta, patron dell’Angolana, nel giro di tre anni ha realizzato il sogno di una città: la promozione. Il successo di ieri sarà legato anche e sopratutto al nome di De Cecco, oltre che a quelli di tutti i protagonisti della storica cavalcata della squadra nerazzurra. A esprimere la gioia di Città Sant’Angelo è il sindaco Graziano Gabriele. «Vincere un campionato è un fatto rilevante», dice appena uscito dallo spogliatoio, raggiunto a fatica tra la folla in delirio, dove ha salutato giocatori, allenatore e dirigenti, «merito della squadra innanzitutto, della società e degli sportivi. Salire di categoria significa avere più visibilità dal punto di vista sportivo, e di questo ne beneficerà Città Sant’Angelo». Il sindaco sarà alla festa in piazza organizzata a tempo di record dagli sportivi? «Sì», annuncia Gabriele, «ma l’amministrazione promuoverà anche una propria iniziativa istituzionale per festeggiare la squadra». I rapporti tra il club nerazzurro e il Comune sono buoni. «C’è sinergia», prosegue il sindaco, «il Comune non ha grandi disponibilità finanziarie, però c’è tutto l’impegno ad andare incontro alle richieste della società, tenendo conto soprattutto della valenza sociale che connota questo tipo di attività». Salto di categoria significa anche esigenze nuove per lo stadio comunale di Città Sant’Angelo. «Interventi di miglioramento dell’impianto sono nell’agenda dell’attività amministrativa, per cui anche da questo punto di vista c’è l’impegno a sostenere l’Angolana». A proposito di sociale: cosa ne pensa del settore giovanile e della scuola calcio, in particolare, dell’Angolana? «L’attenzione nei confronti dei ragazzi e dei giovani è un fatto molto positivo. La società nerazzurra punta molto su loro dal punto di vista agonistico, ma c’è anche l’aspetto educativo e sociale che è importante. Tra l’altro, come amministrazione comunale abbiamo collaborato nell’attivazione di progetti didattici delle scuole di Città Sant’Angelo proprio negli impianti privati in cui si allena l’Angolana». Davanti agli spogliatoi dello stadio comunale il clima è indescrivibile. I giocatori bagnati fradici dopo la doccia ridono e scherzano con i tifosi. (p.a.)
  • Piazza impazzita per l'Angolana in D. Vino e porchetta fino a notte fonda
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 09 sezione: PESCARA
  • CITTA’ SANT’ANGELO. Piazza Garibaldi, la storica "piazza Rann" (Grande) della cultura popolare, domenica sera era piena come un uovo. Tutti a festeggiare il successo in campionato dell’Angolana. Una vittoria sul campo attesa da 36 anni: «La nostra vittoria», sottolinea la tifoseria nerazzurra, con orgoglio, in un volantino. La festa è un piacevolissimo fuori programma. E il paese risponde alla grande. Dalle 20 in piazza c’è un via vai di approvvigionamenti enogastronomici. Fave, tante fave, fresche e genuine, che si sposano benissimo con vino e pane unto. Dai furgoni vengono scaricate casse di birra. Il punto di riferimento logistico è la sede del club nerazzurro intitolato a Daniela Febo, la supertifosa scomparsa prematuramente quasi un anno e mezzo fa, che è sempre nel cuore di tutti. L’ora fatidica scocca alle 22. Trecento, 400, 500 persone invadono la piazza. Abbracci, cori, scherzi, battute. Lacrime, anche. Perché la vittoria di un campionato ti prende dentro, fa vibrare le corde sottili dell’animo, regala emozioni. Loro, i giocatori arrivano alla spicciolata, dopo aver partecipato alle baldorie davanti agli spogliatoi. Applaudono i tifosi dei tre club nerazzurri (Ultras, Alcol Group, Daniela Febo), le coreografie sono improvvisate, stravaganti, sfottò compresi. Per completare l’opera arriva in piazza il camioncino della porchetta, "precettato" mentre è in corso una festa popolare in una contrada di campagna, e dirottato nel centro storico. I panini farciti col maiale arrosto furoreggiano. La festa entra nel clou, l’entusiasmo contamina tutti, grandi e piccini, giocatori e tifosi. Ecco il brindisi generale, con spumante e vino. Un cin cin storico. Nel frattempo arrivano i dirigenti, il presidente Roberto Giammarino, il patron Peppe De Cecco, c’è l’allenatore Attilio Piccioni, anche lui in tuta e scarpe tecniche rosse, contento come un bambino, c’è il medico sociale Emidio Perazzetti, ecco il diesse Francesco Montani. E’ il turno dei giocatori, che fanno la passerella al microfono, spronati dai supporter nerazzurri. Dice Ciro Cozzolino, attaccante: «Vincere il campionato è una grande soddisfazione, non possiamo che dedicare questo successo alla tifoseria e alla cittadinanza di Città Sant’Angelo, ci sono stati sempre molto vicini. Grazie, di cuore». «I nostri tifosi sono stati meravigliosi», incalza Marino Bifulco, portiere, «ci hanno sempre sostenuto, nella partita con il Penne hanno organizzato una coreografia straordinaria allo stadio di Città Sant’Angelo, cose che difficilmente si vedono in Eccellenza. E’ un’esperienza indimenticabile». La festa continua. Il centro storico cambia pelle. Boccioni di vino Montepulciano, fave e pane unto tengono banco. Tutto scorre in allegria. La porchetta si difende onorevolmente dal pressing del popolo nerazzurro. A notte fonda cala il sipario. Paolo Antonilli
  • Nel 1969 la prima volta nel campionato di D
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 08 sezione: PESCARA
  • CITTA’ SANT’ANGELO. La vittoria dell’Angolana nel campionato di Promozione del 1968-69, e il conseguente primo accesso alla serie D, segnò una virata di 360 gradi nella storia del calcio di Città Sant’Angelo. Negli otto anni precedenti, infatti, la società - che prima si chiamava Città Sant’Angelo ed aveva la maglie sociali gialle oro - si era salvata sul filo di lana. Nel torneo 1967-68, addirittura, la permanenza in Promozione avvenne dopo il lancio della monetina (altri tempi davvero), nell’ambito dello spareggio a tre con Ortona e Montesilvano. L’ingresso in società del dottor Leonardo Petruzzi in pratica coincise con l’attuazione di un programma ambizioso. In finale (allora c’erano due gironi) l’Angolana, allenata da Enrico Di Santo, battè il quotatissimo Teramo (Davide contro Golia). Finì 1-0 a Città Sant’Angelo, e 0-0 nella gara di ritorno, con i nerazzurri in dieci uomini per un tempo, per l’espulsione del terzino Barra. La formazione base - che tutti ricordano a memoria a Città Sant’Angelo - di quella famosa squadra era la seguente: Tonoli, Barra, Melideo; Pin, Piccirilli, Carboncini; De Luca, Tinari, Di Carlo, Graziani, Romanelli (unico giocatore di Città Sant’Angelo). Della rosa, inoltre, facevano parte Del Boccio (portiere), Stanchi, Medoro, Sciocchetti. All’epoca si giocava nel vecchio campo di calcio di via D’Annunzio, alle porte del centro urbano. (p.a.)
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 09 sezione: PESCARA
  • DON VINCENZO DIODATI Il giocatore che si fece prete
  • CITTA’ SANT’ANGELO. Don Vincenzo Diodati, attuale parroco di Villa Celiera, è stato giocatore dell’Angolana negli anni 70, sotto la presidenza di Leonardo Petruzzi. Diodati, montesilvanese, proveniente dall’Atri, era centrocampista esterno, all’epoca il tornante, con doti offensive spiccate. Ha militato anche a Chieti, Lanciano, Brindisi, dove ha avuto come allenatore il brasiliano Vinicio, ex bomber di Vicenza e Napoli. Tuttora, per divertimento, don Vincenzo gioca a pallone.
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 08 sezione: PESCARA
  • IL GRANDE EX Arrivano i complimenti anche dall’azzurro Grosso
  • PESCARA. L’eco della promozione della Rc Angolana in serie D è arrivata anche a Palermo dove c’è Fabio Grosso che in passato ha giocato in maglia nerazzurra per alcuni mesi. Esattamente nella stagione 1998-99, in serie D. Oggi il giocatore pescarese calca i campi della serie A e veste anche la casacca azzurra, ma non ha dimenticato l’esperienza di Città Sant’Angelo. «Ho saputo», ha detto al telefono il terzino classe 1977, «certo che ho saputo della promozione. E sono molto contento per la mia ex squadra. Ha avuto il grosso merito di reagire dopo la delusione dell’anno scorso. Faccio i miei personali complimenti alla squadra e alla società. A Città Sant’Angelo ho giocato in serie D e spero che anche in questo campionato la Rc Angolana riesca a farsi onore. Anzi, conoscendo le potenzialità della società e la sua organizzazione sono convinto che potrà continuare la scalata. Glielo auguro con tutto il cuore».
  • D'Onofrio: «Bravi a crederci»
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 08 sezione: PESCARA
  • CITTA’ SANT’ANGELO. Due cifre spiegano più di tanti ragionamenti forse l’impresa dell’Angolana. Nello scorso campionato di Eccellenza i nerazzurri, primi in classifica, avevato totalizzato 62 punti contro i 71 punti incamerati quest’anno. Gli ultimi tre punti d’oro, anzi di platino, sono stati ottenuti grazie al successo contro il Penne, determinando il sorpasso sull’ex capolista Atessa. «Sicuramente», afferma Gian Luca D’Onofrio, capitano della Rc Angolana, «l’averci creduto fino alla fine è stato fondamentale. Magari quando la vittoria del campionato arriva all’ultima giornata è più sofferta, ma anche più bella. Credo che quando si raggiunge un obiettivo di questo tipo conta molto soprattutto il gruppo». La Rc Angolana è stata schierata dal mister Attilio Piccioni, subentrato a Lino Ciarrocchi dopo la trasferta di Alba Adriatica, in genere con il 4-3-3 o con il 4-4-2, anche se nel corso della gara il modulo cambiava a seconda delle esigenze. Contro il Penne, l’Angolana è stata molto offensiva, con gli esterni di centrocampo alti, impostando il gioco con rapidi lanci sull’out e l’immediata ricerca dell’assist per gli attaccanti in movimento. «Non è stato semplice», spiega Ciro Cozzolino, «giocare l’ultima partita in quanto la nostra promozione era legata a un doppio binario: da un lato il nostro successo sul Penne, dall’altro lato al fatto che l’Atessa non vincesse a Francavilla. Quanto conta l’esperienza per vincere il campionato? Tanto. Noi abbiamo avuto Rachini, D’Isidoro, D’Onofrio e Cicchitti che sono stati bravissimi. E, inoltre, il mister Piccioni ha sempre creduto nella vittoria finale, e anche questo ovviamente è stato molto importante per noi». «Sono tornato a Città Sant’Angelo a novembre», dice Alessandro Fabrizi, «mi sono subito ambientato, ero già stato nella Rc Angolana. Un ambiente dove si lavora bene, la squadra ha avuto un rendimento elevato e costante. Il merito è di tutti». Paolo Rachini è stato l’autore del gol del 2-1 contro il Penne. Una rete che vale un campionato. «Sapevo», afferma Paolo Rachini, «che il campionato di Eccellenza è duro, basato soprattutto sull’agonismo, e mi sono subito calato nella categoria. Vincere è sempre difficile, per questo ogni volta che ciò avviene è una grande soddisfazione ed emozione. Le qualità dell’Angolana? Una squadra equilibrata, quadrata, dotata di giocatori che possono determinare con giocate o invenzioni la vittoria di una partita. Penso a D’Isidoro, Vespa per esempio». Ma anche Rachini ci ha messo del suo. (p.a.)
  • LA SCHEDA
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 08 sezione: PESCARA
  • Attilio Piccioni è nato il 27-1-1965 a Teramo ed è sposato con la signora Argentina. Risiede ad Alba Adriatica. Dopo una carriera da calciatore in serie C, ha appeso le scarpe al chiodo alla soglia dei 30 anni per problemi fisici. La carriera in panchina è iniziata ad Alba Adriatica, nelle giovanili e poi come secondo in prima squadra. Il primo incarico di allenatore responsabile della prima squadra gliel’ha offerto il Cologna Spiaggia, in Promozione, dove ha lavorato per due anni. Poi ha allenato il Castelnuovo (due stagioni) e la Santegiediese (una), prima di approdare alla Rc Angolana. Nella passata stagione ha chiuso il campionato al primo posto con il Guardiagrele, perdendo lo spareggio. In estate il divorzio dalla Rc Angolana. Ai primi di novembre è stato richiamato dalla società nerazzurra al posto di Lino Ciarrocchi che aveva iniziato la stagione.
  • Rc Angolana in D, l'Atessa mastica veleno
  • il Centro — 26 aprile 2005 pagina 16 sezione: SPORT
  • Un finale a sorpresa ha caratterizzato l’ultimo e decisivo turno del campionato di Eccellenza, vinto dalla Rc Angolana di Piccioni (nella foto), impostasi in extremis sulla rivelazione Atessa, cui è costato caro il pareggio di Francavilla. «Un duello stupendo», commenta lo stesso Piccioni, «conclusosi bene per noi. In questo momento, però, il mio pensiero va ai nostri rivali ed all’amarezza che staranno vivendo. Amarezza che conosco, essendoci passato esattamente un anno fa. Per questo desidero ringraziare di cuore il tecnico atessano Giandonato, che mi ha telefonato per farmi i complimenti. Un gesto da vero uomo di sport». Un epilogo, quello di domenica, che ha comunque lasciato code polemiche tra i rossoblù, esplicitate a caldo dal presidente Giacomo Del Matto. «Mi era parso», sottolinea il diretto interessato, «di essere stato chiaro, ma credo sia il caso di chiarire meglio il mio pensiero. Non ce l’ho col Francavilla perché si è impegnato nonostante non avesse più nulla da chiedere al campionato. Nessuno pretendeva trattamenti di favore e così è stato. Non tollero l’atteggiamento complessivo dei giallorossi, ovvero il gioco ostruzionistico praticato per l’intera ripresa, le scene di esultanza verificatesi al triplice fischio. Particolari, questi, che avrebbero avuto senso se ci si giocava davvero qualcosa, e che, soprattutto nell’ultimo esempio citato, mi sono parsi irriguardosi nei confronti di una squadra che aveva appena perso un campionato. Sto nel calcio da oltre 20 anni», aggiunge Del Matto rincarando la dose, «e so che i giocatori sono soliti impegnarsi in questo modo solo se ci sono di mezzo obiettivi importanti, oppure i soldi. E siccome la classifica parla chiaro e non mi risulta che per l’occasione il presidente Ricca abbia messo in palio premi-partita particolari, non riesco davvero a spiegarmi i motivi di un tale accanimento. Probabilmente ce ne saranno altri 50.000 ma a me sfuggono. Per quanto riguarda poi», prosegue il presidente atessano, «il caos verificatosi a fine gara, tutto è nato dal provocatorio atteggiamento assunto da alcuni ultrà locali (ma pare fossero supporters del Celano, gemellati con gli adriatici, ndc) che dopo aver scavalcato la recinzione e schernito a più riprese il migliaio di tifosi rossoblù sistemati in tribuna, hanno lanciato dei razzi in tribuna, scatenando il panico tra le famiglie e la successiva reazione di alcuni». Per l’Atessa, comunque, si prospetta il doppio confronto col Penne, in programma (ufficiosamente) il 1º e l’8 maggio. Nelle stesse date si disputerà anche l’unica sfida play out tra il Luco ed il Pianella: chi perde retrocede in Promozione, mentre la sorte di chi vince è legata a quella delle due squadre abruzzesi di serie D, Avezzano e Guardiagrele. Qualora dovessero retrocedere entrambe, dall’Eccellenza scenderebbero in quattro: Casoli, Scerne, la perdente lo spareggio Luco-Pianella ed un’altra compagine da scegliere attraverso un ulteriore spareggio che coinvolgerà una tra Luco e Pianella ed il Montereale, quint’ultimo. E siccome i play out della D andranno per le lunghe, l’orientamento è quello di far disputare comunque lo spareggio, ma solo se ad affrontarlo sarà il Luco, perché per effetto delle nuove regole (un vero rompicapo), il Pianella ne sarebbe escluso, avendo concluso la regular season con più di 7 punti (8 per la precisione) di ritardo dagli aquilani. Stefano De Cristofaro

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